Il posto fisso? Non è più fra le priorità dei giovani

I risultati di una ricerca dell'Università di Pavia: scarsa l'importanza attribuita al tipo di contratto, si preferisce remunerazione e qualità del lavoro.
Il posto fisso? Da massima aspettativa professionale a condizione n on così indispensabile. Così cambia la percezione dei giovani secondo un'indagine realizzata dal Cirsis (Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Sistemi di Istruzione Superiore)
dell'Università di Pavia e commissionata dall'agenzia per il lavoro Humangest. I risultati dell'osservatorio - che ha coinvolto laureandi e neo-laureati di tutta Italia per conoscere le aspettative e le percezioni dei giovani che iniziano a confrontarsi con il mondo del lavoro - hanno mostrato tendenze in netta discontinuità con le evidenze delle ricerche simili svolte nello scorso decennio.
In particolare, mentre la coerenza dell'occupazione con la propria disciplina di studi passa drasticamente in secondo piano (importante solo per il 4,5% dei laureati e il 6,7% dei laureandi coinvolti), cresce l'importanza della remunerazione economica adeguata (importante per il 71,2% dei laureati e il 67,3% laureandi, con uno scostamento del 5% circa fra le discipline Stem, leggermente meno sensibili a questa variabile per una maggior fiducia nella rendita del loro titolo di s t u d i o , e q u e l l e umanistiche), anche a discapito della stabilità del non più così fondamentale "posto fisso": scarsa, infatti, l'importanza attribuita al tipo di contratto posseduto o da ricercare(molto importante solo per il 5,2% laureandi e per il10,5% dei laureati) e della stabilità dell'azienda o organizzazione con cui si lavora o si vorrebbe lavorare (6,5% per i laureati e 4,2% per i laureandi). ***Contenuto riservato agli abbonati del quotidiano "La Stampa"***
Fonte: La Stampa. Articolo a firma di Leonardo Di Paco.